I gruppi di criptovalute giapponesi chiedono la fine della tassazione dei guadagni cartacei

I principali gruppi di lobby crittografici giapponesi hanno in programma di presentare una proposta all'organismo di regolamentazione finanziaria del Giappone per affrontare le sue elevate tasse sulle criptovalute, che gli esperti avvertono rendono il Giappone meno competitivo come hub crittografico. 

Secondo una nota interna vista da Bloomberg, la proposta lo sarà presentata alla Financial Services Agency (FSA) giapponese questa settimana, chiedendo loro di porre fine alla tassazione dei guadagni non realizzati sulle partecipazioni in criptovalute "se l'azienda le possiede per scopi diversi dalle operazioni a breve termine".

La proposta chiede inoltre all'autorità di regolamentazione finanziaria di abbassare le aliquote dell'imposta sul reddito sui guadagni in criptovalute per i singoli investitori al 20%, che è molto inferiore alle attuali aliquote che vedono alcuni investitori tassati fino al 55%.

Danny Talwar, responsabile delle imposte per la regione APAC di Koinly, una piattaforma fiscale per le criptovalute, ha dichiarato a Cointelegraph che l'attuale contesto normativo rende difficile per le aziende e i singoli investitori detenere risorse digitali in Giappone rispetto alle nazioni più criptovalute:

"Le elevate aliquote fiscali sulle criptovalute rendono il Giappone meno competitivo sul fronte internazionale rispetto a paesi come Singapore e Dubai, che stanno diventando sempre più hub di risorse digitali per le imprese".

Talwar ha anche affermato che la tassazione delle plusvalenze non realizzate potrebbe portare a situazioni in cui le tasse pagate non sono commisurate al valore dell'attività al momento della realizzazione. Ciò è particolarmente comune per le classi di attività volatili.

Talwar ha aggiunto che l'accettazione delle proposte da parte dell'FSA sarebbe un "passo avanti per una regolamentazione cripto-friendly" in Giappone, sebbene i contenuti esatti della proposta non siano ancora noti.

Per quanto riguarda la regolamentazione, Talwar ha riconosciuto che "non dovrebbe soffocare l'innovazione in questo settore in rapida crescita". Ma, prima di farlo, è importante che i legislatori abbiano una chiara comprensione di come la tassazione delle risorse digitali si inserisca negli attuali regimi fiscali e quadri normativi, ha affermato.

Parlando con Bloomberg, Sota Watanabe, CEO del protocollo infrastrutturale Web3, Sota Watanabe ha affermato che l'attuale aliquota dell'imposta sulle società era troppo alta, rendendo il Giappone "un posto impossibile per fare affari:"

"Il Giappone è un posto impossibile per fare affari... la battaglia globale per l'egemonia del Web 3.0 è in corso, eppure il Giappone non è nemmeno alla linea di partenza."

Watanabe è uno dei numerosi CEO che hanno trasferito le loro società di criptovalute a Singapore, citando le tasse elevate come uno dei motivi della transizione.

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Il politico giapponese Masaaki Taira ha anche affermato che i legislatori devono allentare le normative sulle criptovalute per "arginare il deflusso di talenti digitali".

Secondo quanto riferito, la proposta è in fase di preparazione dalla Japan Cryptoasset Business Association (JCBA) e dalla Japan Virtual & Crypto Assets Exchange Association (JVCAEA), i cui membri sono costituiti da società crittografiche tra cui la Bitcoin Association e il broker forex WikiFX.