Mondo divergente: mercati del lavoro forti potrebbero costringere la Fed ad aumentare ulteriormente i tassi

Il contesto macro è, per la prima volta dall'inizio di questo ciclo di rialzi dei tassi, caratterizzato da forti divergenze tra asset class e anche tra diverse letture del ciclo economico.

Ad esempio, molti indicatori anticipatori (ISM, indagine Philly Fed) sono scesi precipitosamente negli ultimi due mesi a livelli tipicamente associati a una recessione, sebbene all'interno di tali indicatori il settore dei servizi appaia molto più sano di quello manifatturiero. Allo stesso tempo, gli indicatori incentrati sul consumatore come le vendite al dettaglio sono stati forti e gli indicatori economici in ritardo come l'occupazione sono molto forti nelle economie occidentali.

Nessun atterraggio

Questa dissonanza consente ai commentatori con opinioni di "atterraggio morbido" di sentirsi giustificati, tanto quanto quelli con opinioni di "atterraggio duro". E c'è anche una scuola di pensiero del "no landing" che sostiene che non vediamo un calo della crescita e che le banche centrali devono quindi combattere l'inflazione in modo aggressivo.

Questa divergenza di opinioni è evidente anche tra i mercati.

In primo luogo sembra che il mercato obbligazionario stia assumendo una visione pessimistica delle prospettive. La curva dei rendimenti (essenzialmente la differenza tra rendimenti obbligazionari a lungo termine ea breve termine) è invertita (rendimenti a breve termine superiori a quelli a lungo termine), fenomeno che solitamente ha prefigurato una recessione.

Nel frattempo, sia le azioni che i mercati del credito hanno registrato un rally nelle ultime settimane, con segnali di compiacenza che si sono insinuati (riflettendo questo il nostro indice di propensione al rischio ha raggiunto il livello più alto da novembre 2021).

Il problema ora è come queste divergenze vengono risolte. La nostra opinione è che molto dipende dalla viscosità dell'inflazione: se l'inflazione si impadronisce del settore dei servizi e dei salari, le banche centrali dovranno appoggiarsi maggiormente al robusto mercato del lavoro. Anche se potrebbe esserci un certo sollievo dal calo dei prezzi delle materie prime (ad es. il gas) e dall'effettiva fine dei blocchi della catena di approvvigionamento, i dati recenti suggeriscono che l'inflazione è più vischiosa di quanto molti pensassero.

In questo contesto, conviene rimanere cauti sulle azioni, che potrebbero benissimo gravitare verso il livello 3600 per l'indice S&P 500.

Inoltre, la liquidità non è affatto una cattiva mossa di "allocazione", soprattutto se la volatilità aumenta.

Fonte: https://www.forbes.com/sites/mikeosullivan/2023/02/22/diverging-worldstrong-labour-markets-may-force-the-fed-to-hike-rates-further/