Nuove regole italiane per i VASP

Come si suol dire, "meglio più tardi che mai". Ciò sembra valere particolarmente per il Decreto sui fornitori di servizi di asset virtuali (VASP), che regolerà il business delle aziende e dei privati ​​che offrono servizi crittografici ai clienti italiani.

Un decreto tanto atteso 

Sono trascorsi quasi quattro anni dalla bozza di tale decreto, che era stata oggetto di consultazione pubblica nei primi mesi del 2018 (la consultazione si è conclusa il 16 febbraio 2018).

Questa settimana il tanto atteso Decreto è stato finalmente approvato dal Ministero dell'Economia (MEF), anche se deve ancora essere pubblicato ufficialmente. Il decreto VASP appiana alcune domande e rughe sui VASP che forniscono i loro servizi in Italia. Prevede la costituzione di a Registro VASP tenuti dall'autorità italiana competente (OAM – Organismo Agenti e Mediatori) e allinea il quadro normativo italiano alle raccomandazioni antiriciclaggio emessi dal GAFI/GAFI a livello internazionale. 

Il Decreto VASP italiano in poche parole

Il decreto VASP è sicuramente una componente essenziale del quadro giuridico e normativo complessivo che il legislatore italiano sta costruendo intorno alle criptovalute e richiede un attento esame dei nuovi obblighi a cui i VASP stanno per essere esposti.

Come parola di conforto, vale la pena evidenziare fin dall'inizio che il Decreto VASP non introduce alcun requisito materiale ai fini della registrazione and, quindi, non imporrà ostacoli significativi alla prestazione dei servizi VASP in Italia. Tuttavia, il decreto VASP imporrà una serie di obblighi di segnalazione che avranno un impatto sostanziale sui VASP.

Ciò è perfettamente in linea con l'obiettivo stesso del Registro VASP, concepito a scopo informativo e di rendicontazione. Non solo l'OAM riceverà regolarmente la segnalazione dai VASP, ma dovrà anche farlo collaborare con altre autorità italiane (es. MEF, Unità di Informazione Finanziaria Italiana, Banca d'Italia, Guardia di Finanza, ecc.) di trasmettere a tali autorità, in determinate circostanze e allo scopo di facilitare l'esercizio dei rispettivi poteri, ogni informazione e documento raccolti in relazione alla gestione del Registro VASP.

Dal punto di vista dei VASP, quindi, il Decreto VASP si riduce sostanzialmente al suo impatto operativo e quindi alla necessità di prepararsi per l'adempimento degli obblighi di segnalazione all'OAM, nonché per il rispetto degli obblighi antiriciclaggio italiani.

Italia VASP
In Italia è appena stato introdotto il registro per gli scambi

Qual è lo scopo delle nuove regole?

Le nuove regole si applicheranno ai servizi prestati in relazione a qualsiasi “moneta virtuale”, che è definita dalla legge italiana come qualsiasi rappresentazione digitale di valore, non emessa o garantita da una banca centrale o da un'autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta fiat, utilizzata come mezzo di scambio per l'acquisto di beni e servizi o per l'investimento finalità e trasferiti, archiviati e scambiati elettronicamente.

La definizione di moneta virtuale era già contenuta nel Decreto AML, che imponeva l'applicazione della Obblighi antiriciclaggio italiani nei confronti dei “fornitori di servizi relativi all'utilizzo di valute virtuali” (es. exchange di criptovalute o piattaforme simili, ecc.) e “custodian wallet provider”, in linea con la Direttiva AML dell'UE.

Oltre ai requisiti antiriciclaggio previsti dal Decreto AML italiano, i VASP dovranno ora ottemperare agli obblighi di registrazione e segnalazione introdotti dal Decreto VASP per svolgere i propri servizi in Italia.

Come funzionerà il Registro VASP?

Solo i VASP che saranno iscritti al Registro VASP potranno offrire servizi relativi a valute virtuali o portafogli di custodia in Italia.

Per i VASP costituiti come persone giuridiche, l'unico requisito per essere iscritti al Registro VASP è avere la sede legale e amministrativa in Italia o, in caso di entità UE, una succursale italiana (organizzazione stabile).

L'OAM dovrà istituire il Registro VASP entro 90 giorni dell'entrata in vigore del Decreto VASP (ossia entro maggio 2022, ipotizzando che il Decreto VASP sarà pubblicato nelle prossime settimane).

Il Registro VASP sarà disponibile al pubblico e saranno pubblicati i seguenti dati:

  • dati identificativi del VASP;
  • codice fiscale o partita IVA (se presente);
  • informazioni sul tipo di servizi offerti ai clienti;
  • l'indirizzo degli uffici fisici utilizzati per lo svolgimento dell'attività (ivi inclusi gli eventuali sportelli automatici) e/o l'indirizzo web utilizzato per l'erogazione del servizio.

I VASP dovranno trasmettere una comunicazione elettronica all'OAM per essere iscritti al Registro VASP.

L'OAM valuterà se la notifica e la documentazione sono complete e coerenti con i requisiti applicabili e approverà o respingerà la domanda entro 15 giorni dalla data di deposito della notifica.

Quali sono i servizi che i VASP possono svolgere in Italia?

Il decreto VASP fornisce una descrizione dei diversi tipi di servizi relativi alle valute virtuali che i VASP sono autorizzati a svolgere. Sebbene tale elenco di servizi sia fornito solo ai fini della notifica OAM, è particolarmente rilevante per definire ulteriormente l'ambito di applicazione del Decreto VASP.

Secondo il decreto VASP, VASP che richiedono la registrazione nel Registro VASP può offrire uno o più of seguenti servizi:

  • servizi strumentali all'uso e allo scambio di valute virtuali e/o alla loro conversione da o in valute legali o rappresentazioni digitali di valore (comprese valute convertibili in altre valute virtuali);
  • servizi relativi all'emissione o all'offerta di valute virtuali;
  • servizi di trasferimento e compensazione di valute virtuali;
  • ogni altro servizio strumentale all'acquisto, negoziazione o intermediazione nel cambio di valute virtuali (es. esecuzione, ricezione, trasmissione di ordini relativi a valute virtuali per conto terzi, collocamento di valute virtuali, consulenza su valute virtuali);
  • servizi di portafoglio custode.

L'emissione di valute virtuali non dovrebbe far sorgere di per sé l'obbligo di iscrizione al Registro VASP, a meno che l'emittente non svolga contestualmente uno o più servizi relativi alle valute virtuali e/o servizi di custodian wallet a titolo professionale e per conto del proprio clienti.

Quali dati devono essere comunicati all'OAM?

I VASP dovranno comunicare all'OAM, su base trimestrale, le relative dati identificativi di ciascun cliente (cognome e nome, luogo e data di nascita, luogo di residenza, codice fiscale/partita IVA (se presente), dati del documento di riconoscimento).

Inoltre, i VASP dovranno trasmettere il dati relativi alle transazioni di ciascun cliente tenendo conto di tutti i servizi svolti dal VASP (ovvero saldo totale, numero e valore delle transazioni da fiat a cripto o da cripto a fiat, numero di transazioni da cripto a cripto, afflussi/deflussi di criptovalute e fiat).

Qual è la via da seguire?

Se si considerano i severi requisiti di autorizzazione che si applicano ai VASP in altri paesi europei, il Decreto VASP non cambia le carte in tavola (fortunatamente per tutti quei potenziali VASP che stanno cercando di intraprendere la propria attività in Italia... così come per quelli che già operano qui) . Di sicuro, l'istituzione del Registro VASP ha rappresentato un necessario passo avanti nel completamento del quadro normativo italiano.

Tuttavia, il Decreto VASP avrà un impatto operativo significativo in termini di obblighi di rendicontazione trimestrale all'OAM, in quanto il rispetto di tali obblighi potrebbe dar luogo a problematiche significative dal punto di vista pratico. La sua rilevanza, come detto, va giustamente colta in questa prospettiva. Inoltre, i VASP iscritti al Registro VASP dovranno stabilire procedure interne per ottemperare agli obblighi antiriciclaggio italiani.

Guardando al futuro e considerando le imminenti riforme normative dell'UE (in particolare la proposta di regolamento MiCA che farà inesorabilmente lo spartiacque tra il "prima" e il "dopo"), potrebbero esserci problemi di coordinamento tra la normativa italiana (anche in materia di obblighi di rendicontazione) e gli obblighi autorizzativi previsti dal MiCAR (poiché il MiCAR non eliminerà necessariamente, nonostante la sua natura, le vigenti norme nazionali).

La buona notizia è in definitiva che, a differenza di altri paesi, l'Italia non chiude le porte al business delle criptovalute ed è piuttosto disposta a stabilire un contesto normativo aperto e trasparente per la prestazione di questi servizi ai clienti italiani.

 

Autori:

Francesco Dagnino, Angelo Messore – Lexia Avvocati (www.lessia.it

Fonte: https://en.cryptonomist.ch/2022/02/08/new-italian-rules-on-crypto-service-providers-vasp/