Correlazione tra Bitcoin, Nasdaq e S&P 500

Dopo un breve periodo di non correlazione tra BTC, Nasdaq e S&P 500, si torna a movimenti simili in attesa dei dati del 10 novembre sul CPI statunitense e le elezioni di medio termine statunitensi.

La correlazione tra Bitcoin, Nasdaq e S&P 500

Nelle ultime settimane è stata evidenziata la correlazione storica tra i principali indici del mercato statunitense e Bitcoin è svanito, ed è proprio questo paradosso che ha rilanciato l'ascesa dell'oro digitale, che è risalito sopra quota 21,000 sfondando il famigerato supporto tecnico.

FOMO ha ripreso a viaggiare tra gli investitori e anche se per ora è piuttosto ingiustificato perché è opinione diffusa che il vero bottom non sia stato ancora toccato e soprattutto perché è statisticamente improbabile che tutti abbiano già acquistato ai minimi, è un segnale per tienilo d'occhio comunque.

Ieri, le altcoin hanno preso i riflettori proprio su Bitcoin che ha "rubato" un po' di predominio dalla valuta più capitalizzata.

B2B registra un massimo storico, Ethereum recupera volumi che superano la media dell'ultimo periodo (persa dopo il Unire a favore di BTC) e riassorbe tutti i capovolgimenti degli ultimi giorni e Solana cresce di volumi in relazione alla notizia che la valuta digitale è stata scelta da Alphabet (Google) come moneta unica di servizio.

Dopo il rialzo degli ultimi giorni, il predominio di Bitcoin è in ribasso proprio per la forza delle altcoin ad assorbimento di capitale.

Nel frattempo, la mercato delle criptovalute sta lentamente tornando alla soglia dei trilioni di dollari in volumi totali, e questo è anche un ottimo segnale dal punto di vista del sentiment, che sta tornando positivo.

Guardando al futuro, è importante tenere d'occhio il dato sull'inflazione (CPI) in uscita il 10 novembre 2022, che insieme all'esito delle elezioni di medio termine statunitensi può o meno dare al mercato una direzione positiva.

Nel frattempo, l'oro digitale sfonda il supporto di 21,000 dollari con liquidazioni nella giornata di ieri pari a 180 milioni di dollari, una cifra di tutto rispetto ma nulla rispetto a quanto accaduto lo scorso anno dove a causa della perdita di valore si sono registrate cinque volte più vendite allo scoperto .

Il mercato ha scontato molto pessimismo in questo mercato ribassista e non appena questo si rompe può portare a rapidi cambiamenti positivi, i dati sul lavoro che si scontrano con le mosse restrittive della Fed hanno contribuito a questa ripresa degli altcoin, soprattutto se a 10 A novembre, quando usciranno i dati dell'IPC, queste cifre diventeranno positive, in quanto significherebbe che a dicembre la Federal Reserve potrebbe scegliere di dare più respiro optando per un aumento più morbido dei tassi di interesse.

L'attuale panorama macroeconomico e geopolitico

I dati macro ci riportano alla realtà e il mercato non è ancora al punto di rimbalzo ma alcuni ottimi segnali indicano che la FOMO sta salendo e con essa i valori di molte criptovalute.

Le criptovalute hanno preso più forza del mercato azionario, che chiude sopra i 3700 punti (3770.55 punti base) per lo Standard & Poor 500 con un +1.36%, anche il Nasdaq sale con un +1.56% a 10857.03 e Wall Street è verde.

La continua ricerca del minimo spinge sempre una parte degli investitori ad invocare il gonfiato “Buy the dip”, soprattutto in alcune fasi, che corrispondono tipicamente all'inizio del mercato ribassista e all'esaurimento della pazienza del mercato come in questo periodo, che infatti è contraddistinto da una spiccata volontà di cambio di passo. 

Per un po', ci si dimentica del mantra fino a quando il sentimento non riporta la frase fatale, ed è allora che il minimo di mercato viene spesso registrato.

Naturalmente, il ribasso del mercato ribassista non è determinato dal sentimento, o almeno non del tutto.

Insomma, ancora una volta S&P 500 e Bitcoin condividono un destino comune dopo una breve pausa di alcune settimane.

Questo, secondo alcuni, è dovuto anche al fatto che essendo il primo l'indice più importante della borsa valori più grande del mondo (Wall Street) e il secondo la criptovaluta più capitalizzata, fanno un po' da capo branco registrando le maggiori perdite nella fase ribassista e i maggiori galoppo nella fase rialzista. 

A questa lettura, però, c'è ultimamente una crescente notizia che i due (BTC e S&P 500 ma anche il Nasdaq) continueranno ad essere decorrelati e che si tratta solo di un tailspin di un mercato ribassista abbastanza anomalo, almeno secondo le statistiche .

Conclusioni

michael saylor fa notare in un tweet come Bitcoin sia ormai molto meno volatile dell'indice statunitense e questo potrebbe essere un segnale di continuità nel trend di decorrelazione tra la valuta digitale e i maggiori indici statunitensi.

Se lo scenario delineato fosse confermato nelle prossime settimane potremmo vedere un mercato statunitense ancora in perdita e un Bitcoin più solido, in ripresa un po' senza urlare al mercato rialzista ma semplicemente mostrando più forza.

Questo scenario è uno dei più probabili al momento secondo gli addetti ai lavori e potrebbe trovare conferma proprio perché in prossimità delle elezioni di medio termine americane, dove di solito assistiamo a un pump più o meno sostenuto, discorso diverso sui dati cul CPI che potrebbero agire come un ago della bilancia e spingono le criptovalute in basso o in verde a seconda del risultato.


Fonte: https://en.cryptonomist.ch/2022/11/07/bitcoin-nasdaq-sp-500-correlation/