il governo blocca la vendita dei capolavori degli Uffizi da parte di NFT

In Italia, sembra che il governo abbia deciso di bloccare la vendita dei capolavori della NFT dai suoi maggiori musei. La polemica è scoppiata dopo il token non fungibile di L'opera di Michelangelo Doni Tondo è stata venduta a 240,000 euro, di cui 70,000 euro andati alla Galleria degli Uffizi di Firenze. 

L'Italia e la decisione del governo di bloccare la vendita dei capolavori della NFT

Secondo rapporti, sembra che la vendita NFT del Tondo Doni di Michelangelo (1505-06) l'anno scorso, coniato dalla società milanese Cinello in collaborazione con la Galleria degli Uffizi di Firenze, ha ha innescato l'attuale decisione del governo italiano di bloccare le vendite dei capolavori NFT. 

specificamente, Massimo Osanna, direttore generale dei musei italiani, lo ha così descritto:

“Trattandosi di una materia complessa e non regolamentata, il Ministero ha temporaneamente chiesto alle sue istituzioni [musei e siti archeologici] di astenersi dal firmare contratti relativi alle NFT. L'intenzione di fondo è quella di evitare contratti abusivi”.

E in effetti, sembra che il problema siano i termini del contratto. Nel caso della Doni Tondo NFT, su una vendita complessiva di 240,000 euro, sottratti i 100,000 euro spesi per i “costi di produzione”, i restanti 140,000 euro sono stati divisi a metà tra la società Cinello e gli Uffizi, come da contratto tra i partiti. 

Non solo, la polemica nasce dalla sua stessa natura, ovvero dal fatto che le opere dei maggiori musei italiani vengono messe in “vendita” come NFT. 

L'Italia e la polemica sulla vendita NFT di opere dei musei italiani

Così, la cessione della Doni Tondi NFT sembra aver attivato il polemica che le opere degli Uffizi possano o meno essere “vendute” anche se nel loro formato digitale. 

A questo proposito, un portavoce di Cinello, disse:

“Tutti i diritti sull'opera rimangono al museo che possiede l'immagine originale. Creiamo una nuova [immagine] relativa al nostro brevetto, che è la DAW o NFT. Il collezionista che acquista la DAW e la NFT non può esporla in mostre pubbliche come da contratto; l'opera è solo per uso privato. DAW e NFT nascono proprio per mantenere il controllo – che resta nelle mani di Cinello e dei musei partner – e non per disperdere il patrimonio [italiano] nel mondo digitale”. 

Allo stesso tempo, il Portavoce degli Uffizi ha inoltre affermato quanto segue:

“Il museo non ha venduto nulla, ma ha concesso l'uso dell'immagine: la vendita dell'opera digitale è a carico di Cinello. È falso dire che il museo ha venduto la copia del Tondo”. 

La collaborazione del museo con Cinello è durata cinque anni ed è scaduta a dicembre 2021, con il contratto che prevedeva la produzione di 40 opere digitali, di cui è stato venduto solo il Tondo. 

45 milioni di euro stanziati per blockchain

Restando in Italia, sembra che recentemente il Ministero dell'Economia ha annunciato che lo farà stanziare ben 45 milioni di euro per lo sviluppo delle tecnologie Blockchain e di intelligenza artificiale, con applicazione in vari settori. 

I soldi saranno disponibili da 21 settembre 2022, al fine di realizzare progetti di ricerca e innovazione tecnologica legati al programma Transition 4.0. 

Nello specifico, il fondo da 45 milioni di euro lo farà facilità di spesa e costi non inferiori a 500,000 euro e non superiori a 2 milioni di euro, nei settori dell'industria e della manifattura, del sistema educativo, dell'agrobusiness, della salute e dell'ambiente, della cultura e del turismo, della logistica, della mobilità, della sicurezza e dell'informatica e, infine, dell'aerospazio. 


Fonte: https://en.cryptonomist.ch/2022/07/13/italy-government-blocks-nft-sale-uffizi/